marzo 24, 2008

CHI SONO IO? FORSE UN'INSALATA MISTA?


C'è un alimento a cui non rinucerei mai: l'insalata mista. Come non rinucerei ad alcuni aspetti del mio carattere perchè non riesco a cambiarli e perchè per me significherebbe andare contro natura. Mi riconosco in questi aspetti e mi danno un certo benessere e sono: i miei interessi, le mie inclinazioni e tutto ciò che è spontaneo e naturale. Questa è la parte di me che è rimasta fedele a se stessa nel corso degli anni.
Nel tempo però è cambiato qualcosa. le mie predisposizioni, desideri, tendenze che non avrei mai sospettato in passato. Mi è difficile rispondere alla domanda: ti conosci? Perchè risponderei che conosco la me di oggi, domani forse si affacceranno volti nuovi che mi arricchiranno e mi completeranno pur lasciando intatta la mia identità profonda. D'altra parte chi è veramente in grado di interrogarsi e di vedersi nell'interno come fosse un oggetto esterno? L'interiorità è mistero. Diventare se stessi, non essere se stessi, è come dice Nietzsche: "La mia formula per ciò che vi è di grande nell'uomo è amor fati". Il che significa lasciare libera la nostra interiorità di manifestare la sua energia creativa, la nostra tensione rigeneratrice capace di donare alla vita pienezza e soddisfazione.
L'interiorità non si lascia incapsulare in schemi, non può essere afferrata da strumenti razionali. Forse solo chi ha qualche dimestichezza con il mistero è in grado di dissolvere il velo. O forse basta solo lasciarsi andare...

marzo 23, 2008

PRANZO DI PASQUA



La Pasqua per tradizione la festeggio a casa dei miei genitori. Si inizia sempre con un aperitivo. Mio padre è bravissimo a preparare il Martini coktail. Ne bevo uno, poi arriva mia madre con i salatini cinesi e il prosecco e ne bevo un bicchiere, beh facciamo due. Così mi siedo a tavola già "ubriaca".
Il pranzo inizia con l'antipasto: bresaola, rucola e grana. Poi mia madre porta in tavola olive nere e verdi di vario tipo e di varia provenienza con pezzetti di formaggio e alcuni tipi di salame. Ma non finisce qui! Dulcis in fundo salmone affumicato e crostini con patè vari preparati da mia madre. Mi azzardo a dire: "Mamma, mi sembra eccessivo tutto questo" lei ribatte "Lo faccio per i tuoi figli". I miei figli mangiano pochissimo e lasciano sul piatto gran parte di quello che gli viene servito e lei lo sa. Così poi si può lamentare che nessuno apprezza la sua cucina. Tutto secondo tradizione.
Terminato l'antipasto il mio respiro si fa più lento. Già vorrei alzarmi e camminare un po'. Proibito. Arriva il primo, anzi i primi: pasticcio di carne, risotto di asparagi, crespelle ripiene al radicchio. E devi mangiare tutto. Credendo mi faccia digerire bevo un bicchiere di rosso , mi gira un po' la testa e non capisco se sia per il tasso etilico nel sangue o per il troppo cibo. Mio padre chiede che sia portato il capretto con le patate. Piatto forte questo, lo prepara sempre lui, è tradizione. E si mangia ancora e si beve ancora. Credo sia finita ma, arriva un piatto ovale con verdura cotta e carne lessa. Non ne posso più e lo dico. Mia madre come da tradizione coglie l'occasione per ricordarmi quanto io sia ingrata, quanto lei ha lavorato per cucinare tutto, quanto abbia cercato di accontentare i miei figli e così via... mio padre si spazientisce, come da tradizione, di sentirla brontolare e si alza da tavola per andare a prendere la colomba e il prosecco. Non mangio la colomba, decido di bere, invece, un po' di prosecco tanto guida mio marito.
Infine posso alzarmi da tavola con la scusa: "Lo preparo io il caffè". Mentre aspetto che la caffettiera faccia il suo dovere fumo una sigaretta all'aperto con mio fratello e mia cognata.
Alla fine il caffè, l'aria aperta e la sigaretta non mi aiutano ad alleviare la pesantezza che provo decido di assumere una certa quantità di bicarbonato non si sa mai che aiuti a digerire.
Sono le 23,30, sono a casa, il pranzo è terminato alle 16,00 e devo ancora digerirlo. Tutto come da tradizione.

marzo 22, 2008

PANE E SALAME PER SCRIVERE DI AMICIZIA


Un semplice panino con il salame mi fa pensare agli amici a G. perchè non dice mai le cose che dicono gli altri. Conosce le parole di cui ho bisogno. Viene da me e aspetta in silenzio che abbia finito di mettere i piatti in lavastoviglie. Perchè ha condiviso con me risatine e pazze risate, lacrime, sospiri e segreti sussurrati. Perchè hai risolto così tanti disastri...e per le sue conoscenze nei campi più disperati. Perchè mercoledì ha l'ecografia e spero che vada tutto bene. Deve andare tutto bene.
Penso a L. mia cara, carissima amica di sempre. Tu sei sempre lì, per quanto lontana, costante come una stella polare. Incrollabile nell'affetto. Ora che stai male e sono preoccupata penso alle nostre storie di una vita a quante volte ce le siamo ri-raccontate fingendo che fosse la prima volta che le ascoltavamo e penso a tutti i giorni in cui abbiamo camminato e chiacchierato insieme. Al fatto che non abbiamo bisogno di farci domande. Sappiamo cosa piace all'altra, i libri che legge, la musica che ascolta, i suoi giochi preferiti...Tutto ciò che abbiamo condiviso: le nostre vite sono così intrecciate che facciamo fatica ad immaginare una vita senza l'altra. Per te sono in preallarme. Sono pronta a venire a Bologna. E farò esattamente questo, quando mi cercherai.
A L. per gli sms il lunedì mattina che mi illuminano la giornata e il cuore. Anche se la giornata è iniziata male, piove, un mucchio di bollette, tutte quelle circolari da leggere, notizie deprimenti, colleghe s..., figli che non ascoltano, tu mi ascolti e mi dici la parola giusta e tutto si risolve e si dissolve come un miracolo.
A I. giovane amico, che mi fa sentire speciale nonostante io sia una persona qualunque. Perchè mi confida le sue gioie, i suoi dolori, i suoi amori. Mi da rispetto e lo pretende da me, mi da il suo tempo e sa quando deve rimanere in silenzio.
A M. perchè non fa caso al disordine in cucina quando cucino e al caos sconsiderato in soggiorno quando arrivano i miei adorati figli. Cieca a tutte le mie mancanze! Per le spese folli nei negozi di abbigliamento, i gelati, i caffè, le mostre cittadine e i saldi di fine stagione.
A L. "fondamentalmente", tu dici sempre, " siamo soli" amica mia tu hai la straordinaria capacità di alleviare la solitudine. Sei una dei pochi esseri umani che io conosca.
A R., anche se è un po' lazzarone, perchè gli porto i miei progetti appena abbozzati, le mie teorie campate in aria, i miei racconti confusi, le mie idee informi. E me ne vado con consigli pratici e voglia di andare avanti. Perchè mi ha aiutato a tirarmi fuori da situazioni che credevo inestricabili, perchè non mi fa sentire in imbarazzo delle cose sciocche che faccio e dico sempre.
Gli amici e le amiche quelli veri sono certezze in un mondo incerto.

marzo 09, 2008

FOODSCAPES








Pubblico alcune immagini del fotografo Carl Warner



La prima immagine è costruita con broccoli, basilico e pane. le nuvole sono formate dai cavolfiori.








Le abitazioni sul cucuzzolo della montagna sono di formaggio.




















Cielo di ghiaccio. Neve di mortadella. Slitta di grissini. Aspettando Babbo Natale.










marzo 01, 2008

MAMME ROMANE


MAMME ROMANE

cucinare e leggere contempoaraneamente

Lavo i carciofi (li ho presi in offerta al super 0,89€) e ho tra le mani un libretto sembra una favoletta per bambini ma leggendo scopro che...
C'era una volta un albero che amava un bambino.
Il bambino veniva a visitarlo tutti i giorni.Raccoglieva le sue foglie con le quali intrecciava delle corone per giocare al re della foresta. Si arrampicava sul suo tronco e dondolava attaccato al suoi rami. Mangiava i suoi frutti e poi, insieme, giocavano a nascondino.Quando era stanco, il bambino si addormentava all'ombra dell'albero, mentre le fronde gli cantavano la ninna nanna.
Il bambino amava l'albero con tutto il suo piccolo cuore. E l'albero era felice.
Ma il tempo passò e il bambino crebbe.
devo sbrigarmi sono già le 18,30 e con la fame che hanno...grattugio il formaggio, trito finemente il prezzemolo e l'aglio privato dell'anima così è più digeribile. In una piccola terrina sbatto 2 tuorli d'uovo con un po' di sale e pepe.
Ora che il bambino era grande, l'albero rimaneva spesso solo.Un giorno il bambino venne a vedere l'albero e l'albero gli disse:"Avvicinati, bambino mio, arrampicati sul mio tronco e fai l'altalena con i miei rami, mangia i miei frutti, gioca alla mia ombra e sii felice"."Sono troppo grande ormai per arrampicarmi sugli alberi e per giocare", disse il bambino. "Io voglio comprarmi delle cose e divertirmi. Voglio dei soldi. Puoi darmi dei soldi?"."Mi dispiace", rispose l'albero "ma io non ho dei soldi. Ho solo foglie e frutti. Prendi i miei frutti, bambino mio, e va' a venderli in città. Così avrai dei soldi e sarai felice".Allora il bambino si arrampicò sull'albero, raccolse tutti i frutti e li porto via.E l'albero fu felice.Ma il bambino rimase molto tempo senza ritornare... E l'albero divenne triste.Poi un giorno il bambino tornò; l'albero tremò di gioia e disse:"Avvicinati, bambino mio, arrampicati sul mio tronco e fai l'altalena con i miei rami e sii felice"."Ho troppo da fare e non ho tempo di arrampicarmi sugli alberi", rispose il bambino. "Voglio una casa che mi ripari", continuò. "Voglio una moglie e voglio dei bambini, ho dunque bisogno di una casa. Puoi danni una casa?"."Io non ho una casa", disse l'albero. "La mia casa è il bosco, ma tu puoi tagliare i miei rami e costruirti una casa. Allora sarai felice".Il bambino tagliò tutti i rami e li portò via per costruirsi una casa. E l'albero fu felice. Per molto tempo il bambino non venne.
Dispongo i carciofi leggermente aperti in una pentola, mescolo all'uovo sbattuto il parmiggiano grattugiato, il prezzemolo e l'aglio tritato...
Quando ritornò, l'albero era così felice che riusciva a malapena a parlare."Avvicinati, bambino mio", mormorò "vieni a giocare"."Sono troppo vecchio e troppo triste per giocare", disse il bambino."Voglio una barca per fuggire lontano di qui. Tu puoi darmi una barca?"."Taglia il mio tronco e fatti una barca", disse l'albero. "Così potrai andartene ed essere felice".Allora il bambino tagliò il tronco e si fece una barca per fuggire. E l'albero fu felice... ma non del tutto.
Verso il composto sui carciofi leggermente aperti in modo aggiungo un po' d'acqua e lascio che cuociano a fuoco lento...molto lento
Molto molto tempo dopo, il bambino tornò ancora."Mi dispiace, bambino mio", disse l'albero "ma non resta più niente da donarti... Non ho più frutti"."I miei denti sono troppo deboli per dei frutti", disse il bambino. "Non ho più rami", continuò l'albero "non puoi più dondolarti"."Sono troppo vecchio per dondolarmi ai rami", disse il bambino."Non ho più il tronco", disse l'albero. "Non puoi più arrampicarti"."Sono troppo stanco per arrampicarmi", disse il bambino.
"Sono desolato", sospirò l'albero. "Vorrei tanto donarti qualcosa... ma non ho più niente. Sono solo un vecchio ceppo. Mi rincresce tanto..."."Non ho più bisogno di molto, ormai", disse il bambino. "Solo un posticino tranquillo per sedermi e riposarmi. Mi sento molto stanco"."Ebbene", disse l'albero, raddrizzandosi quanto poteva "ebbene, un vecchio ceppo è quel che ci vuole per sedersi e riposarsi. Avvicinati, bambino mio, siediti. Siediti e riposati".Così fece il bambino.E l'albero fu felice. Fine.
(Shel Silverstein)
Sul risvolto di copertina del libro c’è una citazione di Silvestein: “Penso che il libri, anche quelli per bambini piccoli, possano contenere più di un’idea. Una sola storia può contenerne molte, almeno cinquanta”.
Dedicato a chi è capace, nonostante i limiti dei nostri tempi, ad essere quell'albero.